AcquaPrepping

L’ACQUA VISTA DA UN PREPPER (PARTE 3)

Il bugging-out visto nel precedente articolo è una soluzione valida anche per chi ama le uscite outdoor, vediamo ora cosa fare in situazioni dove di ludico o di svago c’è ben poco.

SCENARI BUGGING-IN

Terremoto, Alluvione, Fall-out Radioattivo e contaminazione chimica (Modello Chernobyl o Fukushima, Seveso), in tutti e tre i casi l’acquedotto in caso di contaminazione sarà quasi sicuramente stato messo fuori servizio dai tecnici delle centrali di potabilizzazione per verifiche, inoltre un terremoto serio potrebbe danneggiare la rete di distribuzione, un’alluvione contamina gli acquiferi e spesso le centrali non sono attrezzate per questi imprevisti con  danneggiamento delle centrali stesse, un fall-out radioattivo o una contaminazione chimica rende inutilizzabile l’acqua nella zona.

Ci sono però alcune soluzioni che non hanno un costo esagerato e possono dare una certa tranquillità.

Chiaramente le scorte in generale sono pensate per durare un tempo definito ma in caso di una crisi dei servizi come un crollo della società o semplicemente per essere più tranquilli, un sistema autonomo di produzione di acqua potabile potrebbe essere una opzione non particolarmente onerosa.

Gli acquedotti in generale prelevano da un acquifero conosciuto, pozzo, sorgente, fiume o lago e trattano l’acqua sino a renderla sicura, il caso peggiore è attingere da un fiume, in questi casi si rende limpida l’acqua filtrandola o facendola decantare, poi si rende bevibile togliendo odori e sapori con dei filtri a carboni attivi e infine si disinfetta il tutto con ipoclorito di sodio o similari per renderla potabile, la si immette quindi in rete con un certo eccesso di prodotto in modo da mantenere un minimo di potere disinfettante e arriva alle vostre cannelle con una pressione di circa due bar.

Noi possiamo fare di meglio in caso di Bugging-In da eventi estremi?
Forse sì  dotando la nostra abitazione/rifugio di un piccolo impianto di potabilizzazione autonomo.

Innanzi tutto ipotizziamo di avere almeno una cisterna e la possibilità di riempirla di acqua di cui conosciamo bene le caratteristiche di massima. 

Un impianto fisso potrebbe quindi essere composto da una cisterna da almeno mille litri tipo quelle ingabbiate e montate su pancale ed un modo per poterla riempire, da qui una pompa (manuale, a motore, elettrica o per gravità) alimenta un piccolo impianto ad osmosi inversa dotato dei necessari pre-filtri che preservino da contaminazioni la membrana ad osmosi che per sua natura è delicata e filtri rimineralizzanti per il calcio ed il magnesio quindi riempire i nostri bottiglioni di acqua sicura al 100% ANCHE IN CASO DI FALLOUT RADIOATTIVO, l’acqua concentrata ma comunque filtrata che esce come sottoprodotto del processo di osmosi inversa può essere stoccata ed usata per usi non  alimentari

Un sistema del genere tratta diverse centinaia di metri cubi e dura ripulendo/rigenerando o sostituendo i pre-filtri diversi anni ma necessita di energia elettrica o almeno una certa pressione d’impianto.

Per tutti gli eventi non estremi dove la risorsa acqua non è compromessa ma noi vogliamo avere un margine di autonomia ?

In primis bisognerebbe almeno dotarsi e mantenere  un minimo di stoccaggio, ragionevolmente qualche bancale di acqua in bottiglia nel caso di un appartamento in condominio con spazi ristretti o in caso di una casa più spaziosa di una cisterna o due da tenere, riempita di acqua periodicamente rinnovata e tenuta potabile con amuchina o una lampada a UVC per impedire il proliferare di batteri alghe et similari.

Se si ha la fortuna di avere una fonte autonoma di acqua ragionevolmente protetta da contaminazione come un pozzo, una sorgente, un rio, laghetto o una raccolta di acqua piovana in cisterna si può potabilizzare in autonomia, in questo caso basterebbe una ultrafiltrazione a fibre cave da 0,01 nanometri protetta da un pre-filtro in cotone che bloccheranno i patogeni e i solidi in sospensione, un filtro a carbone che assorbirà la contaminazione chimica ma questo solo fino ad un certo livello, in caso di contaminazione importante da sostanze radioattive e/o chimiche come già detto occorre una osmosi inversa che sicuramente bloccherà il più delle sostanze ed il filtro ad osmosi inversa dovrà  essere protetto dai pre-filtri in quanto è molto delicato la differenza di costo tra i due sistemi è minima è solo più complesso l’impianto.

Se non abbiamo la possibilità di un approvvigionamento direttamente nell’abitazione occorre avere il necessario per reperirla altrimenti e poterla raccogliere e potabilizzare e trasportare, magari un kit da alimentare con la 12 volt della macchina (La vostra eventuale BOV) come una pompa, una serie di filtri non escludendo un osmosi inversa e più taniche da 20 litri facilmente trasportabili e stoccabili.

Studiamo ora degli scenari che non prevedono fall-out nucleari o eventi alla Seveso.

1° scenario – casa di montagna tra i 700 e i 1000 metri, torrente che nasce direttamente dalle alpi, gruppo di paesini di poche migliaia di persone, per lo più pascoli e agricoltura, nel paese fontane a getto continuo senza rubinetto, rete idrica comunale esistente. 

Possiamo ragionevolmente dare per sicura l’assenza di contaminazioni chimiche o da metalli pesanti se non sono avvenute catastrofi, affatto sicura quella da patogeni poiché è acqua superficiale, in previsione di una cessazione per X motivi del servizio acquedotto può essere conveniente dotarsi di un approvvigionamento autonomo con pre filtri e successiva ultrafiltrazione a 0,01 micrometri che renderà privo di rischi il consumo, possibilmente per gravità con serbatoi di stoccaggio.

2° scenario – appartamento in condominio, rete idrica comunale, balcone e/o stanzino con possibilità di stoccaggio taniche.

In questo caso possiamo solo avere uno stoccaggio in grado di assicurare un minimo di autonomia come acqua in bottiglia da poter ruotare consumandola o, se il pavimento lo consente, delle cisterne da qualche centinaio di litri in cui una lampada UVC o un periodico dosaggio di amuchina (cinque gocce al 1 % ogni litro) impedisce il proliferare di batteri alghe et similari, in mancanza di questo se si ha una vasca riempirla alla prima avvisaglia di problemi.

3° scenario – appartamento/casa singola in città, presenza di un fiume o affluente di portata consistente, registrati episodi di straripamenti, distanza dal corso d’acqua sufficiente per scongiurare danni all’immobile.

4° scenario – come per il terzo ma con distanza dal corso d’acqua tale da avere rischi di allagamento.

In questi 2 casi oltre a dotarsi di uno stoccaggio sicuro in posizione sopraelevata rispetto al livello di guardia, possiamo dotarci di un sistema di potabilizzazione portatile e sfruttare l’acquifero come risorsa, occorre avere una buona conoscenza delle caratteristiche dello stesso come insediamenti produttivi a monte, stato delle fognature e politica degli sfioratori di pioggia, un fiume con fabbriche a monte o che riceve le acque sporche non è certo l’ideale, meglio un pozzo o una sorgente in posizione sopraelevata rispetto al fondovalle da cui attingere per riempire delle taniche.

Ipotizzati i precedenti scenari passiamo ora all’atto pratico con qualche schema di principio disponibile nella apposita sezione “Download Riservato”.

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